domenica 18 gennaio 2015

Il Pinguino Talebano

  Sono un talebano, l'ho scoperto, me l'hanno detto tanto tempo fa e non ci volevo credere.
  Sono un incoerente che a volte apre il software a volte lo chiude, odia i progetti ai quali partecipa e che lo impegnano anima e corpo in una condizione monodimensionale, sottraendo tempo ed energie al resto della propria vita, come tutti i talebani insomma.

  Quindi?

  Per coerenza se sbatto la testa sul muro devo forse continuare a dare craniate affinché la gente mi applauda per la mia perseveranza, mentre io li ringrazio, con i cerotti in faccia magari?

  Stanco della classificazione e dei commenti, posso dire ora, dopo circa 20 anni di carriera nel campo del software, che la coerenza non mi interessa: mi interessano gli obiettivi e volta per volta cerco di decidere al meglio. Essere considerato un talebano perché i compromessi proposti dagli altri non risolvono il problema ora lascia il tempo che trova.

 Veniamo ora a capire perché si fanno progetti open source e dove invece l'open source non è da preferirsi.
  Ci sono diverse ragioni e motivazioni dietro alla rinuncia della segretezza: narcisismo, voglia di fare cose con gli altri, voglia di contattare altre realtà che ci possono dare lavoro, progetti scolastici, voglia di aiutare gli altri, voglia di restituire alla comunità mondiale una parte di ciò che si ha ricevuto, come se fosse un parziale risarcimenti di un debito ecc...

 Le scelte dietro alla volontà di aprire il codice VANNO RISPETTATE e ho sempre considerato dei cafoni coloro i quali hanno si facevano beffe all'inizio della comunità open, considerando a stregua di fessi quelli che rinunciavano al segreto del proprio lavoro per mettere le manette ai polsi dei propri utenti, pratica assai comune per costringere il malcapitato che ci aveva dato fiducia a continuare a pagare il bravissimo autore del proprio software.

 Ora, stando alle parole di Mr. Stallman, usare il cloud sarebbe stupido e toglierebbe libertà agli utenti. A parte il fatto che nessuno punta una pistola alla tempia dell'utente se non usa il cloud e usare il cloud è semplicemente un servizio comodo, poi ognuno fa le sue scelte.

  Ha senso aprire sempre il proprio codice, sviluppato magari a costi bassi come strategia commerciale per puntare a una lunga assistenza dopo ? Ha senso consentire ad altre persone di trarre giovamento dai nostri sforzi  e dalle nostre procedure o non è forse favorire un concorrente? E' una decisione troppo egoistica pretendere di vivere ? Oggi posso dire che a volte la chiusura è necessaria, per proteggerci da competitori senza scrupoli, però è altresì vero che sviluppare procedure ad hoc alle quali delegare la nostra sopravvivenza economica, in un mondo globalizzato, ha sempre meno senso.

  Quest'ultimo punto merita un approfondimento: 30 anni fa dove sviluppatori indipendenti e software house erano come isole staccate tra di loro, con comunicazione pressoché inesistente e delegata ai libri e alle riviste, era alta la probabilità che un diverse persone giungessero alle stesse conclusioni ma non venissero mai in contatto. La richiesta di software era in aumento costante, quindi la protezione e la chiusura erano strategie vincenti.

  Ma oggi assistiamo in ambito commerciale ciò che è stato per anni vero in ambito scientifico: le scoperte veramente originali sono pochissime, si cresce piano partendo da ciò che già esiste, le forze a disposizione delle piccole società di sviluppo sono poca cosa rispetto alla massa di software e di soluzioni testate e affidabili già disponibili.
  I grandi progetti custom sono necessari e sostenibili più che altro per le banche, le assicurazioni e la pubblica amministrazione, realtà che tipicamente rimangono proprietarie dei sorgenti dei quali commissionano lo sviluppo. La chiusura della soluzione geniale e originale venduta al cliente serve in pratica sempre meno, perché di originale non c'è proprio niente.

 Oggi l'open source è una necessità sempre più spesso, non necessariamente sempre.

 



 

 

Nessun commento:

Posta un commento