venerdì 21 agosto 2015

No, non sono un mago

A volte ci si aspetta che l'informatico, sia esso un programmatore o un sistemista o magari anche un più generico consulente aziendale, sia in realtà un mago in grado di risolvere tutti i problemi di natura tecnica, indipendentemente dalla complessità e natura del problema.

Siamo persone, fatte di carne e ossa, che hanno studiato e hanno più o meno esperienza nel settore, ma non possiamo risolvere tutto.
Il problema, secondo me, sta nella scarsissima cultura informatica di molte persone con compiti dirigenziali, le quali semplicemente non si rendono conto di cosa si può chiedere, di cosa ci si può aspettare. Si può chiedere di tenere in equilibrio una matita per la punta, se non si hanno nozioni di fisica o se non si sa cos'è una matita...

Un altro aspetto che mia sempre sconcertato  è la scarsa propensione a formare il personale che lavora in ambito tecnologico. Pensare che la tecnologia oggi è sempre più mettere assieme parti fatte da altri, con dei comportamenti e delle interfacce che vanno conosciute. Le stesse persone che non vogliono formare i dipendenti sono le stesse che si aspettano risultati.

Sempre più spesso di vedono aziende che cercano personale già formato, anche su tecnologie nate per gli hobbisti, che un professionista con esperienza imparerebbe in meno di 15 giorni... L'importante è non investire sul personale, usare il know how della gente full time per un periodo limitato di tempo, finito il quale se si rende necessaria una nuova tecnologia, si cambia persona...

E' un mondo feroce.

Le aziende non cercano tecnologie moderne e sofisticate, che garantiscono libertà dai vendor e magari una forte scalabilità, bensì in tecnologie buone per fare prototipi, l'importante è avere qualcosa presto, poi ci penseremo.

Cosa ci salverà?
  1. Le aziende dovrebbero prendere coscienza che sviluppare un progetto non significa semplicemente "tirare fuori qualcosa", che la fase di progettazione e studio hanno il valore maggiore.
  2. Le aziende dovrebbero adottare le soluzioni open source, non soltanto quelle banali e semplici, ma soprattutto le piattaforme e gli strumenti che permettono, con una fase di configurazione, magari dopo diversi tentativi, di realizzare il servizio del quale hanno bisogno. In questo modo i costi ti tengono bassi (l'open source spesso cosa meno) e i tempi sono corti (il programma spesso è giù fatto, va soltanto configurato).
  3. Le aziende dovrebbero finalmente capire che il personale non è un costo, le persone fanno l'azienda, non il denaro, se le persone crescono, conoscono e si trovano bene, in un ambiente umano, non se ne andranno, sprecando così l'investimento fatto su di loro, anzi saranno proprio le persone a creare il profitto.
  4. Noi dovremmo renderci pienamente conto di cosa cerca il mercato e capire una volta per tutte che ciò che rende soldi nel breve periodo, difficilmente li renderà nel lungo periodo e viceversa...

lunedì 3 agosto 2015

Chi me lo fa fare? Me stesso

Oggi chattavo con un caro amico, un ingegnere bravissimo, il quale mi ha chiesto come mai sto studiando il C++, chi me lo fa fare.
Il C++ potrà servire per le nuove Internet of Things o nel mercato embedded, ma quando il ferro costa poco, come con i cloud...

Le mie previsioni sono più ottimistiche.
Su internet  le risorse si pagano salate e soltanto consumandone poche, l'applicazione costa poco.

Ci sono strumenti per scrivere applicazioni veloci e cross platform, si possono scrivere applicazioni che girano ovunque, c'è il sempre verde PHP.

Io ho il massimo rispetto per le soluzioni buone per le demo e per gli strumenti che aiutano i neofiti a cominciare. Anche io sinceramente sento che se conoscessi meglio il PHP avrei dei vantaggi per fare un'applicazione web in poco tempo e c'è tutt'ora una discreta richiesta di programmatori PHP, il motivo è che le applicazioni che necessitano di carichi di lavoro bassi e devono essere scritte con budget molto risicati, possono essere tranquillamente scritte in PHP, il problema semmai è quando queste condizioni cadono, aumenta il carico di lavoro o l'aplicazione cresce e diventa più complicata.

E' ancora possibile usare un linguaggio semplice come il PHP, però le cose diventano ancora più complicate che se si fosse usato Java o, perché no, il C++.

Ritengo che il C++ possa svilupparsi anche in ambito web, oggi più che nel passato, a patto che ci sia una libreria utile. In questo caso si può sviluppare velocemente. Questa è la mia scommessa.

Quindi chi mi fa studiare il C++ ? Io !